Il titolo di questo post lo prendo in prestito da quanto ha recentemente pubblicato l’amico Ivano Valmori nel suo giornale online che commenta i risultati del convegno tenuto a Faenza la scorsa settimana (MO.ME.VI. 2018). Letteralmente non c’è nulla di originale in questa affermazione - lo diciamo da almeno 7 anni – ma condivido che abbiamo lavorato sodo per sviluppare metodi, teorie, oggi declinati nei disciplinari di certificazione VIVA che rendono meno fumoso il significato di sostenibilità. In queste ultime due settimane ho partecipato a diversi eventi, alcuni organizzandoli come quello ospitato nel Parlamento Europeo, altri onorato da inviti in luoghi diversi del nostro Paese. Sono rimasto stupito che il significato corretto della sostenibilità si stia radicando nel lessico dei parlamentari, dei tecnici agronomi e dei consorzi di produttori, dei colleghi accademici appartenenti alle diverse discipline.  Resta ancora fumoso per molti come raccogliere i vantaggi e le opportunità dell’essere sostenibile ma chi sta studiando ed aggiornandosi sull'argomento ha sicuramente le idee più chiare. I passi concreti futuri prossimi a cui tutti aspiriamo sono impegni politici nel giusto riconoscimento formale ma anche economico di chi raggiunge obbiettivi reali di sostenibilità, se durevoli e veri.

Prof. Ettore Capri
ettore.capri@unicatt.it
Direttore Centro di ricerca Opera